Zuccaturi

zuccaturi

Sta girando in questi giorni su vari Gruppi una fotografia in Bianco e Nero che mi è stata recapitata giorni fa dall’ultimo Zuccatore vivente, Vittorio Agnini. Nella mia copia l’ultimo zuccatore non è ben riconoscibile, ma in questa, schiarita dall’amico Vito Fabbiano si riesce a intravvedere il suo volto.

Ed io non voglio assolutamente tenere per me i nomi di questi cavamonti che hanno scavato le nostre cave ( Tagghjate) e le hanno irrorate col sudore delle loro fronti.

A loro va il mio deferente omaggio, ed un inchino.

Primo da sinistra: Cataldo Fabbiano (detto Scavòne)

Secondo: Guidato Antonio (detto Lu picciunaru)

Terzo: Francesco Tocci (detto di Matriculata)

Quarto: Bicchierri Giuseppe : (lu cantuniere)

Quinto: Giuseppe Minetola

Sesto: Non identificato

2 thoughts on “Zuccaturi

  1. Bello, credevo che Tagghiata fosse una definizione prettamente leccese, ma invece non è così. Mio nonno si costruì la sua casa a Santa Maria di Leuca, sulla cresta di una gravina, e prese (li Piezzi) i tufi , nelle tagghiate che man mano facevano nel suo terreno per costruire casa. Una casa magnifica, con terrazzi a cupole e soffitti incastrati. Le Tagghiate diventarono nel corso degli anni, degli orti favolosi, perchè erano tutti protetti da mura di roccia tufaria, dove sulle pareti nasceva e si insidiava, la pianta del cappero, che noi ragazzotti andavamo a raccogliere attaccati alle scale di legno. Ma al loro interno di questi orti, nasceva di tutto, ricordo delle patate favolose, le cipolle rosse dal peso di oltre mezzo kilo luna, per non parlare dei vari tipi di pomodori, specialmente quelli gialli, che per noi che venivamo da >Taranto, erano una cosa strana. E le uve? tanti tipi d’uva, sia bianca che nera, grossa e piccola, ma cenera una particolare che la chiamavano uva a corna, con gli acini lunghi come un anacardo. Poi cera la tagghiata con i fichi, i culammari, i fichi neri e i fichi d’india; alberi di mandorle e melograni, alberi di ciceri, che solo in età matura ho scoperto che si chiamano Giuggiole. La Tagghiata, una parola che mi ha fatto ritornare agli anni 60, la mia infanzia , di quando in estate ci portavano da Taranto a Leuca per fare la stagione estiva con i nonni paterni. Un caro saluto da Pino Pantile.

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