Uno stralcio della Storia di San Ciro medico eremita e martire, presa dalla tradizione popolare… Quante volte l’ho sentita dalla voce degli anziani del mio paese… ora sono io quella Voce che la racconta a voi.


Ringrazio di cuore l’amico Ferruccio Gemmellaro, assiduo lettore del mio Blog Saporidelsalento, per avermi inviato questa sua gradita recensione ai miei “Racconti Intorno al braciere“, due piccole pubblicazioni che ho voluto produrre per farne “strenne di Natale” ai miei numerosi amici ed estimatori. Basti pensare che i libretti sono stati spediti in varie regioni d’Italia e finanche all’estero, nella lontana Olanda, e nella fredda Berlino. L’amico Ferruccio, operatore Culturale fecondo ed impegnato, ha voluto gentilmente scrivermi una recensione che mi ha fatto tantissimo piacere e desidero condividerla con tutti voi. Grazie Ferruccio.
Recensione di Ferruccio Gemmellaro
Questi racconti di Anna Marinelli, e di altri tratti liberamente dalla tradizione popolare, contengono un magnifico strumento per onorare le tradizioni della sua gente, una bambagia culturale sulla quale ha ritrovato il potersi felicemente adagiare, nutrendosi ancora di tutte le meraviglie legate alla fanciullezza. Non solo, la sua è una opera di gratitudine verso una generazione di nonne, inestinguibile nel cerebrale degli uomini; infatti, è lei a riportare in autocitazione che “le nonne estraggono dalle tasche/ antiche storie per orecchie grandi di bimbi,/ che nessuno riesce a saziare”. E si è perfettamente in armonia col suo pensiero nell’esprimere che le leggende sorgono dalla memoria popolare e si tramandano nelle generazioni con tutto quel patrimonio di mistero e fantasia e, ancora, nel redigere, quale segmento illuminante, la stupenda verità per cui miti e leggende, li cunti nel suo dialetto salentino, sono sempre confluiti “a esorcizzare la cruda realtà quotidiana, fatta di sacrifici e di duro lavoro.” Enunciare quel luogo comune che vorrebbe i libricini da leggere tutto di un fiato, non risuona correttamente di queste pagine poiché esse racchiudono secoli di vita e di avventure umane e pertanto nello scorrerle si scopre di esserne il fruitore, non certo un semplice lettore, avvertendone straordinariamente il sapore e l’odore della dimora genitoriale.
FG
Era lì che stillava nettare dalle stelle
per nutrire i suoi versi bambini.
Venditrice ambulante offriva porta a porta la sua poesia,
incontrando cancelli di gelo.
Era lì che porgeva i suoi versi ai passanti
come fanno i madonnari
che a sera vedono piangere il sole
su icone d’asfalto.
Se busserà, un giorno, alla tua porta
non respingerla con parole di rovo,
ma lasciati sedurre dalla cascata sonora
che esce dalle sue tasche.
Un tempo mi disse che al suo paese
le rose gelano anche ad agosto,
ma non la compresi.
Se un giorno incontrerai un’ambulante
che offre agli astratti passanti cestini di versi odorosi,
guardala bene negli occhi:
potrebbe essere la sua anima
che ancora non si arrende.
“Sssss!
taci…
Già sento la neve
che cade
sul muto pentagramma
e s’annoda
a gomitolo
la goccia di soffice gelo
che si posa
arabescando
note di calma
apparente,
mentre,
sotto la coltre
della rossa terra
la vena della vita
viene scossa
fino alla radice.
Ma paziente,
come la rondine,
attende
che l’Aprile
allieti di nuovi voli
le grondaie.