In aprile e in maggio è il tempo migliore per consumare le fave novelle qui al sud e specialmente nel tarantino.
Camminando si vedono cassette di fave e di piselli perchè chi li coltiva ne fa promozione davanti alle proprie abitazioni.
Chi passa è invogliato a comprare dal produttore perchè la cosa è garanzia di sicura freschezza.
Le trovi certamente anche nei negozi..taluni hanno nomi francesizzati come “la Buotique della frutta”
ma nessuno ti può assicurare che le fave o i piselli siano stati raccolti da poche ore appena.
I buongustai lo sanno bene, già dopo alcune ore le fave non hanno più lo stesso sapore…
e i buongustai sono esigenti…altrimenti che buogustai sarebbero?
me ne avevano ragalate tantissime, una borsa grande della Boutique Tagarelli…
famosa famiglia sangiorgese di origine che però si è trasferita da diversi anni a Taranto, nel Capoluogo.
Una Borsona di fave…ummmmm che capu mangiata!
Già pregustavo la scorpacciata che mi sarei fatta..
magari con un pezzo di pane casareccio di Maria “scarpone” e qualche fettina di salame cacciatorino..
mamma mia…
mi viene ancora l’acquolina in bocca…
però essendo davvero troppe per noi tre di famiglia stamani,
alzandomi di buon ora le ho scgusciate e le ho soffritte con tanta cipolla bianca,
senza code…Non ” li spunsali”, no! ma le cipolle bianche tonde…ora,
se c’era Mimmo Modarelli mi suggeriva senz’altro la qualità e il nome delle suddette cipolle…
per ora non ci pensiamo…
Soffriggete quindi le fave, fate ammorbidire la cipolla, aggiungete il sale e mezzo bicchiere di acqua
e lasciate cuocere col coperchio.
A cottura ultimata, aggiungete due uova…
per gli uomini di casa due uova sono d’obbligo ma per le signore uno può bastare.
Fate rapprendere e servite con pane fresco e un buon mezzolitro di vino locale.
Eccola qui…si chiama “cipolla bianca di Pompei” e si coltiva
Nel territorio dell’Agro Pompeiano, in provincia di Napoli e dell’Agro Sarnese- Nocerino nella provincia di Salerno, è molto praticata la coltivazione di un tipo di cipolla di piccole medie dimensioni, dalla forma schiacciata ai poli e con polpa e guaine esterne bianche con lievi sfumature verdi, motivo per il quale è denominata “cipolla bianca di Pompei”. Si raccoglie in primavera, da marzo a giugno e viene commercializzata in mazzi; per poterne gustare appieno il sapore intenso va consumata molto fresca oppure utilizzata per la preparazione di conserve. (note dal web) http://www.agricoltura.regione.campania.it/tipici/tradizionali/cipolla-bianca-pompei.html