Archivio | Maggio 2017

Il sole tra gli ulivi

ulivo alle tre terre2

 

IL Sole tra gli ulivi
Un barlume di luce
si fa varco tra gli ulivi.
Con cautela si inarca
tra un ramo più alto
e si sporge avanzando verso il cielo.
Ora, si stiracchia e poi in un baleno
si apre al nuovo giorno
in tutto il suo splendore.

(Dora Forino)

 

A mezzo il giorno

alleggerisce l’ombra degli umani

e appesantisce il passo dei pensieri..

S’insedia come re sul campanile

e col suo raggio infuocato

sfiora i fianchi e le gonne alle campane.

 Sul desco già compare

Il vino e il pane.

(Anna)

 

Come sono dolci i suoi raggi

Nell’ora del tramonto.

Quando fanno capolino

Tra le accalorate foglioline

Pare che ti prendano per mano

Per accompagnarti

In una dolce e serena notte estiva

Fino al prossimo giorno.

 

(Ester Lepore)

Conoscere per amare

Oggi un cielo azzurrissimo adornato da nuvole soffici come “veli da sposa” hanno fatto da cornice alla nostra visita culturale tra le bellezze del nostro paese… e…vi garantisco che cose belle ce ne sono tante… basta avere occhi d’Amore….

Qualche goccia di pioggia che si è presentata all’ora convenuta e dopo una breve attesa,

dotati di cappellini bianchi e bottigliette d’acqua siamo partiti per un viaggio meraviglioso.

Grazie alle maestre, alle mamme e a voi, bambini.18664550_10212492521618915_3205797083141016041_n (1)

18716764_10213459960162226_1398316449_n18742357_10213459958642188_1589765895_o18762519_10213459950761991_1455601165_n

18742495_10213459959522210_1813983033_o18670887_10212492521018900_2237330774682479455_n18664407_10212492522058926_2086419101269663169_n

Assorta,estraniata

PHOTOLISTE_20120220122554_joseph_decamp_le_hamac_t_500_

 

Assorta/ Estraniata,

culli i tuoi gioielli

ma forse culli anche i tuoi pensieri,

vaga il tuo sguardo

in cerca di qualcosa,

forse l’amato lontano,

forse un ricordo

che si palesa, d’improvviso,

a smuovere il mare d’erba,

che ti fa da giaciglio e cielo.

 

Ti ritrasse l’Artista

nella tua posa amorosa,

come aquila tranquilla,

in un nido sospeso,

compreso nell’emiciclo delle tue braccia.

 

Tutto il prato zittisce,

tace l’allodola,

non frinisce la cicala,

guardano tutti la madre amorosa

e la forza possente della sua ala.

 

(Madre e figli sull’amaca) Joseph Rodefer Decamp [American painter, 1858-1923]

Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria

18485635_10212414698793393_7515808760599829087_nmese mariano13241288_10209028363457126_5752335959740242956_n18485415_10212418691173200_5798347289770571249_n.jpg                                      18557076_10212418691013196_2762763316271125292_n

Consacrazione della famiglia al Cuore Immacolato di Maria

Vieni, o Maria, e degnati di abitare in questa casa. Come già al tuo Cuore Immacolato fu consacrata la Chiesa e tutto il genere umano, così noi, in perpetuo, affidiamo e consacriamo al tuo Cuore Immacolato la nostra famiglia. Tu che sei Madre della Divina Grazia ottienici di vivere sempre in grazia di Dio e in pace tra noi.
Rimani con noi; ti accogliamo con cuore di figli, indegni, ma desiderosi di essere sempre tuoi, in vita, in morte e nell’eternità. Resta con noi come abitasti nella casa di Zaccaria e di Elisabetta; come fosti gioia nella casa degli sposi di Cana; come fosti madre per l’Apostolo Giovanni. Portaci Gesù Cristo, Via, Verità e Vita. Allontana da noi il peccato e ogni male.
In questa casa sii Madre di Grazia, Maestra e Regina. Dispensa a ciascuno di noi le grazie spirituali e materiali che ci occorrono; specialmente accresci la fede, la speranza, la carità. Suscita tra i nostri cari sante vocazioni.
Sii sempre con noi, nelle gioie e nelle pene, e soprattutto fa’ che un giorni tutti i membri di questa famiglia si trovino con te uniti in Paradiso.

 

La mamma

Oggi voglio rendere omaggio ad un mio concittadino dalla vena poetica sapida e colorita. Si chiamava Raimondo Vacca ma tutti lo chiamavamo “Mondino”. Mondino ha lasciato tanti suoi testi, testi poetici e prosastici, testi adatti a vere e proprie rappresentazioni teatrali, poesie rimate dedicate agli affetti familiari,  versi gradevoli  scritti per gli amici, per il paese che tanto amava. Io ne conosco pochi di questi testi, ma giorni fa un suo parente mi ha chiesto se ne potevo curare una sobria pubblicazione. Io ho accettato con gioia, naturalmente!

Pertanto ve ne regalo una, forse la più famosa, dedicata alla Mamma. Questa creatura sublime che ha nobilitato il genere Umano di cui Papa Francesco ha parlato con accenti quasi poetici affermando :«Per capire una donna bisogna prima sognarla»: ecco perché la donna è «il grande dono di Dio», capace di «portare armonia nel creato». «a me piace pensare che Dio ha creato la donna perché tutti noi avessimo una madre».

MAMMA di Mondino Vacca

cavallo di battaglia della nostra Pierina Savino.

Ci ti dice ca ti vo bene chiù di na mamma,

lu core ti ste nganna.

Mamma è na parola doce,

ca sempre si ripete,

quannu si chiance, quanno si rite,

quanno ti cazzunu lu pete.

Quannu alla fatia lu cazone sa strazzato,

quannu na goccia di sugu la cammisa t’ha mucitatu

Quannu li fave so toste e lu tata li ste ‘mpana

Quannu è assai tardi e sona la campana

Quannu ste parli e spiechi a nnu muto

Quannu ccatti lu pesce e quir’ è nfitisciutu

Quannu na nave ste periculu cu vè a funnu,

tutti nna voce li marinai di lu munnu!

Quannu a nna uerra l’armistizio si spera

Edda si chiama, bianca rossa e nera.

Quannu intra a na famiglia tutti all’aspasso,

pi sce nnanti  e no’ s’àcchiuno alli cunti

e so sempre liti e chianti

si chiama prima la mamma e poi tutti l’òtri Santibimbo-nelle-fasce-2jpg1

Mamma, parola d’Amore

10338256_10203424310519305_5895560674035742835_n

 

MAMMA PAROLA D’AMORE

Mamma, il tempo chiede asilo

allo stupore delle tue pupille

e l’alfabeto attinge

alla ricchezza dei tuoi vezzeggiativi.

Mamma, tu detieni le chiavi

del sole inesauribile,

anche quando, nuvole di pianto solcano il tuo viso

e la casa sprofonda in una nebbia di silenzio.

Mamma, mi donasti un’ infanzia

di pane fragrante, di acqua di fonte,

di uve passite al sole del sud.

Serbo ancora, intatta, l’innocenza

che in giorni lontani plasmasti con le tue mani

avvezze a scalare montagne di fatica.

Mani abili a cucire cieli

per i nostri aquiloni di fanciulle,

per i nostri saltelli alla campana,

nei meriggi assolati, di controra.

Mamma, riaffiora dal video dei ricordi,

il profumo di mirto dei tuoi bucati,

quel candore di percalle e di vigogna

di cui il mio Dash ultrabianco si vergogna.

Tu sai di ninne-nanne e di carezze

di inverni col braciere e di certezze,

di camiciole di tiepida flanella

per rendermi l’infanzia ancor più bella.

Mamma, sei quell’albero frondoso

che agli affanni della vita dà riposo,

e nulla chiede, nulla per sé spera,

solo un sorriso, solo una preghiera.

Mamma, parola d’amore,

sia se detta dal labbro di un bimbo,

sia se detta da un vecchio che muore.

Quale meravigliosa alchimia il cuore infiamma

ogni volta che un figlio chiama, MAMMA.

Ste chiance na funtana

18425762_10212349729329197_130008840_n984083_199436716873684_617499320_n1

 

Ste chianci na funtana scurisciuta

Ste chianci na funtana bbandunata,

la voce sova fresca e cristallina

na vocca senza voce ha divintatu.

Iu mi ricordu ti tant’anni arretu

quannu piccenna sceva ogni matina,

cu lu vummile, nu sicchiu o na minzana

ca l’acqua sova fresca rricalava.

No si paiava niente, era pi tutti,

quiru bbene ti Ddiu ca edda minava

e li vagnedde cu lu core cuntente

scévunu volentieri alla funtana.

Ca la funtava era nu postu ambìto,

pi li vagnedde ‘n cerca di maritu.

Li megghiu matrimoni, ca ìu sacciu,

sotta gli uècchi sua ònu zziccatu,

comu na mamma edda tutti  amava

e qualche vota faceva la rufiàna.