Archivio | ottobre 2017

Mendicante d’azzurro

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Mendicante d’azzurro

 

 

Non darti pensiero per me,

sarà questa assurda nostalgia di sole

che mi prende a settembre

mese in bilico tra voli a raso terra

e desiderio di essere aquila,

mentre mi dibatto

come allodola ancora viva nel carniere

ferita, azzoppata, bisognosa di cure e di calore.

Sono giorni umidi

e mi fanno vaneggiare di sabbie  e di scogliere

che oggi più che mai sento lontane.

Lontane sono le rondini

nunzie di agognate primavere.

E questo cuore naufrago

attraccato a moli sgretolati

avverte sensazioni

di vuoto sotto i piedi.

Il cielo si nasconde ai miei occhi

sotto un alibi di nuvole

e sento la carezza bagnata dell’autunno

che avanza con andatura greve,

mendicante d’azzurro.

 

 

14/9/2008

 

 

 

Questa voce è stata pubblicata il ottobre 30, 2017, in varie. 1 Commento

Le azzeruoleeee

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E chi le aveva mai viste prima?

Quando mi sono imbattuta, felicemente, nell’orto dei frutti dimenticati, realizzato da Tonino Guerra, Poeta, scrittore  e sceneggiatore scomparso  qualche anno fa, il quale volle  realizzare un “museo dei sapori utile a farci toccare il passato”, impiantando un Orto magico,  che egli chiamò “”, l’Orto dei frutti dimenticati” mi sono appassionata  nella ricerca e nella trasmissione della conoscenza di questi frutti.

Tra i  frutti più insoliti coltivati nell’ORTO troviamo: l’Azzeruole, la pera Cotogna, la Corniola (una sorta di ciliegia allungata), il Giuggiolo (che produce delle “olive” dolciastre), l’Uva Spina, la Ciliegia Cuccarina, il Biricoccolo (susina blu con la buccia vellutata come quella dell’albicocca).

Pertanto per realizzare al meglio la mia serata dedicata sì alle giuggiole ma con un occhio ai frutti dimenticati, con l’aiuto di amici fidati e pazienti ho potuto mostrare con orgoglio anche una piccola quantità di AZZERUOLE!!!!

Queste umili e  piccole bacche rosse o gialle con grossi semi e poca polpa  dal vago sapore di mela, che mi ha procurato la carissima Rosa Lerede, ha notevoli proprietà: è dissetante, rinfrescante, diuretica. La polpa ha proprietà antianemiche. Il Fiore contiene principi attivi ed azione cardiotonica e antiossidante.

Avete capito bene! Da quando disdegniamo questi umili frutti del passato… siamo tutti un po’ arrugginiti!

Il vaso di… Pandora

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Sfatando la leggenda della mitologia greca secondo la quale il Vaso di Pandora era considerato il contenitore di tutti i Mali che poi si riversarono nel mondo dopo la sua apertura. ..il Nostro Vaso di Pandora alla sua apertura avrebbe riversato sui miei amici ospiti tutte le fragranze e i profumi raccolti nei nostri orti e nelle nostre campagne. Quest’anno, grazie alla collaborazione sempre generosa di Mino Quaranta nel vaso c’erano numerosissime erbe aromatiche:Salvia, Basilico, Alloro, Origano, Maggiorana, Pipini, , Limone, Prugghjazza, Rucola, Menta!

Pepite nascoste

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Soltanto pronunciando la parola Giuggiole la nostra mente fa un balzo grandissimo e ci riporta ai tempi  lieti della nostra infanzia, quando le giuggiole erano delle gelatine cosparse di zucchero, dall’intenso colore del pino silvestre Vidal… Sì, sì, anche il Pino Silvestre Vidal fa parte del nostro corredo di ricordi… ma le giuggiole, di un verde smeraldo, erano cose dolci, cose ambite, cose per tutti i bambini che si affollavano davanti ai trabiccoli di ‘Nciulinu o di Pippino Lu cumunistu i quali portavano sulla loro bancarelle viaggianti tutto ciò che poteva essere ambito e desiderato da noi bambini in età scolare. Era un piccolo emporio su tre ruote e ci trovavi le riffe, le cartine, le liquirizie, le mentine rotonde bianche…  le figurine Panini con le foto dei calciatori, dei ciclisti alla moda, delle città più belle del mondo. Si vendeva tutto sfuso… ma loro avevano una sessolina piccola piccola come quella con la quale si prendevano i paternostri quando si vendeva la pasta sfusa… Con un quadratino di carta ti facevano un piccolo cono ripiegato sul fondo e ti confezionavano le più belle cannarutizie del mondo.

A me fanno ricordare la mamma di mio marito, Nonna Lucia, la quale aveva sempre una scorta di giuggiole nei cassetti, ed erano considerate un toccasana  anzi un placebo per ogni occasione. Avevi mal di gola? Subito la nonna tirava fuori le sue giuggiole miracolose. Avevi la tosse? Le giuggiole te la facevano calmare!

 

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E non si sbagliava poi tanto Nonna Lucia, infatti, le giuggiole vantano persino delle Proprietà terapeutiche e vengono utilizzate per  usi medici-fitoterapici:

in medicina orientale, le proprietà terapiche delle giuggiole sono sfruttate per alleggerire i sintomi legati a depressione, affaticamento fisico, astenia, irritabilità e nervosismo. Sembra che queste presunte potenzialità delle giuggiole, attribuite ai frutti dalle culture orientali, trovino un certo riscontro scientifico.

Mio padre buon’anima, quando mangiava le prugne le ciliegie, le pesche le mele cotogne… i kaki ..di nascosto da noi serbava i semi di quei frutti che mangiava ma la cosa non sfuggiva all’occhio attento di mia madre, la quale un bel giorno gli chiese cosa intendesse fare con quei semi… la sua risposta fu tanto inattesa quanto condivisa da tutti noi. Voleva nasconderli in un posto segreto affinché  le nuove generazioni li trovassero, li piantassero e ritrovassero i FRUTTI di una volta, giacché già si iniziava a sentir parlare delle colture OGM ovvero quelle colture e quei frutti Il cui Organismo è stato modificato artificialmente, variandone il patrimonio genetico. Ad esempio, ci sono oggi sul marcato dei pomodori che durano mesi senza che gli venga una grinza…restano sodi, duri come se fossero stati appena raccolti…

Mio padre forse anticipava un’idea di Tonino Guerra, che volle fortemente realizzare un “Museo dei sapori utile a farci toccare il passato”, ovvero, l’Orto dei frutti dimenticati   realizzato a Pennabilli nel 1990 dalle associazioni Mostra Mercato Nazionale d’Antiquariato, Amici della Valmarecchia, Pro Loco, in collaborazione con l’Amministrazione comunale.

Questo singolare Museo degli antichi sapori si trova in  una magnifica posizione nel centro storico, in un terreno abbandonato da decenni, già orto del convento dei frati missionari.

“Panoramica dell’Orto”

Esso consiste in una “raccolta” di alberi da frutto appartenenti alla flora spontanea delle campagne appenniniche, presenti nei vecchi orti delle case contadine ma che oggi, non essendo più coltivati, vanno scomparendo: svariate specie di mele, pere selvatiche, bacche e frutti di bosco che la moderna agricoltura ha allontanato quasi anche dalla memoria. Tra i più insoliti: l’Azzeruolo (piccole bacche rosse o gialle con grossi semi e poca polpa dal sapore di mela), la pera Cotogna, la Corniola (una sorta di ciliegia allungata), il Giuggiolo (che produce delle “olive” dolciastre), l’Uva Spina, la Ciliegia Cuccarina, il Biricoccolo (susina blu con la buccia vellutata come quella dell’albicocca).” ( Nota tratta dal web)

 

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Lungimiranza dei nostri vecchi, sapevano già che la natura delle cose  da allora  si stava lentamente modificando…Ora si trovano i Kaki mela…allora erano impensabili… e ci sono tante altre verdure e altri frutti che non sto qui ad elencare ma se volete fare qualche nome mi piacerebbe interagire con voi.

Racemi d’anima

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Vengo da te, di notte

come una ladra dal passo felpato,

vengo alle tue vigne di nuvole e rondini…

Passo da  te di notte

nel dormiveglia della città.

Aggrappata all’areopago della luna di Ottobre.

Quella sempre gravida di luce e follia

Quella pagnotta di luce e sogni.

Vengo da te di giorno

quando le meridiane sonnecchiano

d’intonaco e rose.

Vengo da te. Furtiva!

A spigolare acini di uvaspina, a rubarti…

racemi d’anima…

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Lo sapevate che…

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Questi baccelli che una volta erano cibo per poveri e per cavalli, oggi sono un frutto difficile da reperire nei normali negozi e quindi si trovano a prezzi proibitivi negli scaffali dedicati ai cibi esotici. E pensare che nel vangelo di Luca si legge che il “figliol prodigo”, divenuto povero e affamato, “Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci…”. Si legge pure che san Giovanni Battista, cioè il profeta Yahya per la religione islamica, visse anni nel deserto nutrendosi solo di carrube, perché queste possono essere essiccate e conservarsi per mesi e mesi e forniscono zuccheri, vitamine, proteine e sali minerali.
In effetti 100 grammi di carrube forniscono circa 220 calorie, 90 gr. di carboidrati, 40 gr. di fibre, 1 gr. di proteine, vitamine B,C,E e sali minerali; non hanno glutine e quindi sono adatte anche ai celiaci.
La polpa delle carrube è dolce e fibrosa e i semi, durissimi, tutti di peso pari a 0,20 grammi e detti in arabo “qerat”, venivano utilizzati per pesare oro e pietre preziose dando nome a quell’unità di misura che ancora oggi si chiama “carato”.? E quando la polpa è secca i semi producono un suono come il sonaglio dei bambini?

Le pepite d’oro non finiscono mai 2

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Mio padre buon’anima, quando mangiava le prugne le ciliegie, le pesche le mele cotogne… i kaki ..di nascosto da noi serbava i semi di quei frutti che mangiava.

La cosa non sfuggiva all’occhio attento di mia madre, la quale, un bel giorno gli chiese cosa intendesse fare con quei semi… la sua risposta fu tanto inattesa quanto condivisa da tutti noi. Voleva nasconderli in un posto segreto affinché  le nuove generazioni li trovassero, li piantassero e ritrovassero i FRUTTI di una volta, giacché già si iniziava a sentir parlare delle colture OGM ovvero quelle colture e quei frutti Il cui Organismo è stato modificato artificialmente, variandone il patrimonio genetico.

Ad esempio, ci sono oggi sul marcato dei pomodori che durano mesi senza che gli venga una grinza…restano sodi, duri come se fossero stati appena raccolti…

Quale è stata la nostra gioia alcuni giorni fa, quando abbiamo ritrovato questo tesoretto di semi nascosto da mio padre nella cantina. Mi sono venute le lacrime agli occhi e con grande emozione li ho selezionati, ripuliti e messi in due scatolette fatte fare per l’occasione da mio marito.

Se per la prima edizione della Scèscila day  ne  accennai appena, sabato prossimo potrò mostrare queste pepite d’oro ai miei ospiti, i quali non vedono l’ora che questo incontro avvenga.