FINALITA’ DEL “QUADERNO”
Cosa non si farebbe per veder brillare un sorriso sul volto di un bambino meno fortunato di altri?
Cosa non si farebbe per vederlo gioire con i suoi genitori, magari insieme ad altri fratellini felici attorno ad una tavola imbandita o con qualche bel giocattolo in mano sognato da tempo o magari con un nuovo vestitino addosso… E sei poi noi cristiani sappiamo che “alla sera della vita saremo giudicati sull’amore”, allora diventa di estrema importanza darsi da fare per inventare iniziative ed occasioni come queste per riscaldare il cuore di tutti a favore dei più poveri.
Ecco il motivo di questo semplice volume, concretizzazione di una mia idea suggerita un giorno alla carissima Anna Marinelli, sempre disponibile e generosa quando si tratta di fare del bene, magari arricchendo di preziose “bricciole di cultura” la nostra comunità cittadina.
Laboriosità, ricerca, puntualità ed ecco una singolare raccolta di ricette sangiorgesi a rischio di estinzione che sapientemente abbiamo intitolato QUADERNO DEGLI ANTICHI SAPORI.
La pubblicazione raccoglie numerose ricette scritte rigorosamente in dialetto sangiorgese corredate da invitanti ed inequivocanti immagini fotografiche che non solo si propone di essere memoria storica per conservare e tramandare frammenti di tradizione locale, ma come ho già detto, opportunità per reperire risorse economiche a favore dei bambini e delle loro famiglie del Centro Accoglienza per minori della Caritas Santa Maria del Popolo.
Grazie di cuore ad Anna e a tutti coloro che generosamente hanno collaborato.
A tutti voi che acquisterete il volume grazie per la fiducia e… buon appetito!
Don Giuseppe Ancora
LA FILOPPA. Ricordo un piatto ricorrente nel menù del venerdì degli anni andati. Si tratta della cosiddetta “filoppa” se ben ricordo ; in sostanza era il novellame delle acciughe. Mia madre ne faceva gustose (e nutrienti frittate con molte uova e filoppa). Penso si trattasse di quello che oggi chiamiamo il “novellame” forse addirittura proibito perchè sottrae al mare il futuro pescato.
Una volta me lo servirono a Bordighera, nell’estrema Liguria come “bianchetto, u gianchettu.
Ne ho trovato poi traccia nella bella canzone di De Andrè (Creuza de ma’) nella quale appunto parla del “giancu de Purtufì.
Cosa ci dici di quella lontana leccornia che con poca spesa sfamava molte bocche?