Piange la vigna di mio padre, sotto il dominio del silenzio.
La natura giace prona sotto la sconosciuta dittatura,
che ieri non c’era,
e oggi ha contagiato primavera.
Il sole ha incrociato le braccia attuando lo sciopero della luce.
Il solo calore che resta è quello delle fornaci che avvampa lo sguardo degli operai
rinchiusi nei reparti dell’acciaieria.
Piange il grano novello sotto una coltre di solitudine,
orfano del contadino che ogni giorno gli rivolgeva sguardi d’amore e abbracci di sorrisi compiaciuti.
Giace inerme il frumento che ieri ondeggiava sotto il soffio musicale del vento. Non si ode neppure un lamento, sotto l’editto del silenzio. Tutto tace.
Tutto tace, anche l’anima mia che non trova più sollievo nell’infilare perle di poesia.
Il pesco che amava indossare fiori rosa, senza vergogna, si adombra e si riposa.
Cade in depressione la terra, e i viticci inanellati non l’aiutano a rialzare il capo, e sperare
che un giorno non lontano,si riesca tutti ad uscire dalle tane, si riesca tutti insieme a riveder le stelle che non saranno mai più tanto lontane.
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Per la bellissima foto ringrazio l’Amico Antonio Mariani.
Oggi ti rileggo ancora e, pensandoti, mi compiaccio.
Apprendo dalla TV che ricorre il centenario della nascita di R.Pezzani.
Penso, certamente da incompetente, a quanti testi di letture per le elementari ho scartato perché infarcite da troppe sue poesie.
A me maestro toccava scegliere e quei testi non mi trasmettevano nulla, mi risultavano melensi e bamboleggianti. Ho sempre cercato testi vigorosi che dovevano emozionare prima me maestro per poter trasmettere e far rivivere altrettante emozioni.
È ardito l’accostamento?
Nella vita occorre anche una dose di fortuna.
Sicuramente molti tuoi testi avrebbero fatto parte integrante del mio percorso educativo.
Ti saluto.
Cosimo