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Quando l’Amore diventa Poesia

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Quando l’Amore diventa Poesia
L’Amore è il motore trainante dell’Universo intero. L’universo, infatti, fatto di cielo, terra, mari, monti, natura, è governato dall’Amore inestinguibile di Dio il quale “E’ ” L’Amore per antonomasia, l’Amore che san Paolo chiama anche Carità.

Carità in quanto dono, dono di ogni tenerezza, di ogni premura, di ogni Bene di Dio nei confronti delle sue creature.
Stabilito questo punto, secondo il quale l’amore per eccellenza è Dio e precisato che l’amore, per essere definito tale deve essere corrisposto dall’amato e dall’amata, ma anche quando non fosse corrisposto e non fosse mai stato rivelato è sempre Amore, come canta il nostro conterraneo Albano
quando dice”
L’amore non corrisposto
E’ sempre amore
Anche se non ha “quando”
E non ha “dove”

vediamo un po’ come questo sentimento si esprime negli uomini, verso quale oggetto amato può dirigersi ed estrinsecarsi poi in Poesia.
Consideriamo quattro direzioni verso le quali l’Amore può dirigersi e ispirare poesia ovvero il canto del cuore e dell’anima.
L’Amore verso Dio
L’Amore verso la Natura
L’Amore verso la donna o l’uomo amato
L’Amore verso il padre, la madre, i figli, i fratelli ( sfera familiare) verso gli amici ( sfera sociale)
L’Amore verso Dio è stato espresso da milioni e milioni di creature in secoli e secoli, per millenni e millenni, poiché troviamo le prime mirabili tracce nelle preghiere dei Salmi. I salmi di Davide sono vere e proprie poesie, con la loro carica espressiva e di fede. La Madonna era così imbevuta di salmi e di sacra Scrittura che al momento della visita a sua cugina Elisabetta, col cuore gonfio e traboccante d’Amore per Dio esplode in un meraviglioso componimento poetico e profetico quale è il Magnificat.
La giovane Miriam aveva talmente interiorizzato le preghiere dei salmi che le aveva fatte proprie con l’esito stupendo che di generazione in generazione le riconosciamo.
E cosa dire della bellissima composizione di Sant’Agostino, quando viene folgorato dall’amore di Dio ed esplode in quel meraviglioso Canto ”tardi ti ho amato, Bellezza tanto antica e tanto nuova…” e San Francesco d’Assisi nel suo “ altissimo, onnipotente,bon signore tue son le laude, la gloria et l’onore, et onne benedizione…..” e questo accadeva nel 1220 circa e più in là, verso il 1500 Teresa d’Avila scriveva” più in me non vivo e giubilo/ vivo nel mio Signore/per sé mi volle e brucio per lui/d’intenso ardore…..” e ancora quell’immortale passo “ vivo ma in me non vivo/ è tanto il ben che dopo morte imploro/ che mi sento morir/ perché non môro”

Il cielo stellato, la luna, le stelle, i prati, i paesaggi innevati, i fiori, e persino un solitario filo d’erba possono ingentilire l’anima, suscitare poesia , ammirazione, commozione.
Nel secolo XVIII la corrente letteraria chiamata l’Arcadia comprendeva al suo interno poeti che inneggiavano alla natura, alle scene campestri, ai pascoli. Più in là negli anni Giacomo Leopardi nella sua immortale poesia “ L’Infinito” descrive se stesso seduto su una collinetta e, vagando con lo sguardo sul paesaggio sottostante e mirando l’orizzonte lontano, col suo sensibilissimo cuore cattura tutti i silenzi e tutte le voci, anche le più impercettibili, sentendosi immerso nell’Infinito,unito a quel Dio di cui si professa non credente.
Per l’amor profano mi sembra doveroso citare almeno un nome,
quello di Saffo.
Per chi ama la poesia e l’amore, il nome di Saffo rappresenta ormai un mito senza tempo. Anche se la sua voce, così straordinariamente limpida ed intensa, ci giunge dalle remote lontananze della Grecia arcaica, un mondo legato a peculiari tradizioni etiche e di costume.
La poetessa nacque infatti nell’isola di Lesbo intorno al 650 a.C. ed è una data assolutamente straordinaria che si perde nella notte dei tempi:
Intatta è rimasta a noi la struggente bellezza dei suoi Frammenti, piccole , brevi schegge di poesia che suscitano stupore e ammirazione.

A me pare uguale agli dei /
chi a te vicino così dolce
suono ascolta/ mentre tu parli
e ridi amorosamente./ Subito a me
il cuore si agita nel petto/
solo che appena ti veda, e la voce
si perde sulla lingua inerte.

Saffo nel 600 avanti Cristo è in grado di descrivere con mirabile efficacia
Gli effetti devastanti che prova l’innamorato dinanzi alla persona dell’amata
Con versi appassionati , freschi, eterni, immortali ed attualissimi.
Fu l’antesignana della Poesia d’amore al femminile. Altre figure titaniche sorsero nello svolgersi dei secoli. La grande Emily Dickinson, che non uscì mai dalla sua stanza, Isabella di Morra, perseguitata e uccisa dai suoi stessi fratelli, Gaspara Stampa.e via via fino ai nostri giorni per citare e omaggiare la nostra italianissima Alda Merini che ha parlato dell’amore con accenni folli, passionali, e suadenti. E mi fermo qui anche se sarebbe bello un approfondimento in tal senso.

L’Amore verso le persone può ispirare poesia quando si dirige verso l’amato o l’amata, oppure verso i genitori. In verità sono state scritte più poesie per la madre che per il padre. Con accorati accenti hanno verseggiato sulla figura materna autori di tutte le epoche e correnti letterarie; da Trilussa a Pasolini da Cardarelli a Bertolucci : da De Amicis a Ungaretti .
Ci sono stati poeti che hanno scritto poesie per la morte di un figlio o di un fratello, come ad esempio” L’albero a cui tendevi la pargoletta mano” di Giosuè Carducci, o quella scritta dal Foscolo “ In morte del fratello Giovanni”. perdita fa scaturire sentimenti così forti da essere sublimati nella poesia. Ma quando l’amore si dirige verso la persona amata vivente, il “ lui” o la “lei” ovvero l’uomo o la donna del “sogno” vediamo allora che si sono fatti scorrere fiumi d’inchiostro,si sono vergate tonnellate di carta, ma soprattutto si sono scritte poesie che sfidano il tempo ed emozionato milioni di animi sensibili e sentimentali.

Dante ha cantato la sua Beatrice, Leopardi la sua Silvia; Petrarca la sua Laura e persino gli uomini kurdi, quelli dal rude aspetto che ci tramanda la televisione,
clandestini, sulle zattere della salvezza, hanno avuto tra di loro poeti dai delicatissimi accenti lirici “ Il tuo fazzoletto, il tuo fazzoletto/
Notte e giorno sospiro ed esalo il cuore,
essere il tuo fazzoletto, questo è il mio desìo,
essere il tuo fazzoletto, quando lo porti alle labbra
e ai tuoi begli occhi.

Nazim Hikmet, poeta turco, è tra questi il poeta più amato e considerato oggi tra i più grandi lirici moderni. Con la sua “Ti amo come” è l’autore più letto e visitato dai navigatori di internet i quali quotidianamente leggono le sue appassionate poesie per nutrire le loro anime assetate di bellezza di sentimento e d’amore

Anna Marinelli.