Qui non giace mia Madre,
cercatela, quando il vento
fa udire la sua voce possente
tra le colline, a raccogliere malva
dai petali d’ametista,
per distillare analgesici d’Amore.
Qui non giace mia Madre,
la troverete in quel piccolo giardino
recintato di tufo,
quando con mani tenere e forti
sorregge pergolati di bougainvillea
e sconfiggere brigate di muffe bianche
con ventate di amorevoli attenzioni.
Qui non giace mia Madre,
lei risiede negli albori dei mattini,
nella goccia che s’imperla sul fogliame.
La troverai
nella cangiante iride di una bolla di sapone,
o sulla vetta più bianca di neve,
bianca come spuma marina,
bianca come ala di gabbiano,
bianca come l’altissima Luna
che brilla nella notte…
Era molto che non leggevo le tue ma non scrivevi molto. Questa è sublime: ha un’aura sakespeariana, quasi un vagare da re Lear nel tentativo del suo persuadere le ombre e i viventi. La madre con la lettera maiuscola potrebbe addirittura riferirsi ad un archetipo. Anche se l’ambito è prossimo alla tua emozione che si avverte potente. Commovente è riduttivo.
Mariano