Ti guardo, ti sorveglio
ti giro intorno
fingendo d’avere mille cose da fare
lì nel tuo spazio.
Le mani sul grembo, rugose, sfiorite,
lo sguardo senza più alcun bagliore
sembra che in quella “cosa” non ci sia più un cuore.
Il cuore che un tempo ha gioito, battuto
adesso è lontano, adesso è perduto.
La tua sofferenza non si può misurare,
la morte del figlio è un terribile male.
Un male che consuma il sangue nelle vene
la morte del figlio è un male crudele.
Ti guardo, ti sorveglio, ti giro intorno,
ho scoperto che da tempo
guardi con desiderio
la finestra del settimo piano…
mamma, tu non lo sai, ma io sono viva,
e … ti amo !