Le strade
Quello che sono e sono stato
domandatelo alle strade
dei paesi della sete.
Tufi lucertole spine,
bell’uva sulle colline
dove fui ladro di galline.
Strade di cenere e pomice
lavorate dallo scorpione.
Dove ramingo io vissi
la cicala ancora muore.
(Raffaele Carrieri)
Quella che io sono e sempre sarò
chiedetelo alla luna agostana
quella che sembra in disparte dalla Vita
ma sbatte il suo sguardo intrigante
sulla mia persiana stupita.
Chiedetelo ai muretti
di pietra
muti testimoni d’anime
in silenzi di controre costretti.
Chiedetelo alle silenziose stelle
sorelle rilucenti
di lacrime cristallizzate,
custodi fidate di donne tarantate
dai moti del cuore asfissiate.
Chiedetelo alla fontanella
del piccolo slargo di paese
dove mi recavo, fanciulla,
con la giara pesante
d’acqua gocciolante.
Paese senza “acchiature” di sorprese,
panni stesi a forconi di ristrettezze ereditate,
e menta e ruta fiorenti
da muretti di selce recintate.
Quella che io sono e sempre sarò
chiedetelo alle case addormentate,
chiedetelo alle strade,
perché io ciò che sono e ciò che sarò,
ancora non lo so
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Raffaele Carrieri nacque a Taranto nel 1905.*Muore a Camaiore nel 1984″