Cacciare le mosche
Nel terzo millennio può apparire ridicolo solo leggere questa frase, in verità tempo addietro, prima di mettersi a tavola, specie d’estate, si usava “cacciare le mosche”.
Una persona batteva la porta con le imposte chiuse per creare un po’ di buio nella cucina, un’altra persona con uno strofinaccio agitava l’aria e convogliava le mosche
verso quella feritoia di luce che appariva e scompariva dalla porta. Era un utile esercizio per mangiare in santa pace senza essere assillati e disturbati dalle mosche… specie se non c’era più Ddt nella famosa “pompa ti lu flittu!
FLIT era il marchio del DDT promosso poi a termine generico, ossia a nome comune per indicare tale insetticida spruzzabile mediante una pompetta a stantuffo.
DDT è l’acronimo della sostanza chimica (para)Dicloro-Difenil-Tricloroetano che i nostri nonni e genitori (secondo la generazione di chi sta leggendo) utilizzavano nelle case per disinfestarle iinanzi tutto da zanzare e mosche.
A scuola, poi, veniva pompato sulle teste degli scolari per bonificarle dai pidocchi.
Il rischio che potesse, però, causare malattie cancerogene aveva indotto gli stati a vietarne l’uso.
Oggi, a ogni buon conto, pare che si è orientati al suo ripristino se adoperato in maniera tale da non essere pericoloso, pur in contrasto con chi lo ritiene ognora nocivo.
In alcuni paesi africani, infatti, lo si vuole recuperare per salvare tantissima popolazione dalla malaria la quale, in ultima analisi, farebbe meno paura di un eventuale effetto oncogeno.
….dalla malaria la quale, in ultima analisi, farebbe più paura di un eventuale effetto oncogeno.
Scusatemi per la distrazione alla chiusura del testo che qui sopra riporto corretto
Sempre attento caro Ferruccio, ci regali il tuo tocco di sapienza ogni volta che lo ritieni opportuno…
te ne siamo davvero grati, Buone vacanze!