Fazzulettu e mienzufazzulettu



Vi erano nel passato diversi accessori dell’abbigliamento, che venivano utilizzati sia quotidianamente che esclusivamente quando si usciva.

“Lu mienzufazzulettu” era un triangolo di percalle bianca, rifinito con merletto quello delle donne e senza merletto quello degli uomini. Sì, perchè il mezzofazzoletto lo usavano anche gli uomini, specialmente quando avevano l’emicrania.
Le donne lo mettevano tutte le sere per raccogliere la chioma dopo aver sciolto “il Tuppo” costituito da due trecce arrotondate sulla nuca e tenuto ben saldo con le forcine di ferro o di osso di tartaruga
e si portava annodato dietro la nuca.

La “veletta” (da non confondersi con “le veline”) era un triangolo di pizzo, quasi esclusivamente nero per le donne maritate e bianco o beige per le ragazze nubili, e si indossava quando si andava in chiesa per assistere alle celebrazioni religiose. Era duopo che gli uomini in chiesa avessero il capo scoperto e le donne, invece, coperto.
Le signore delle famiglie più abbienti, la domenica per la Messa, si coprivano il capo con lunghe stole di pizzo nero, simbolo della loro classe sociale.

“Lu fazzulettu” era il classico “Foulard” che serviva a coprire il capo durante il giorno, e si portava annodato dietro la nuca, e, se si usciva, annodato sotto il mento.

Era di varie fantasie tutte sempre molto sobrie e di vario tessuto, dalla lanetta fine per l’inverno, in estate era di seta, cotone, viscosa ed altri tessuti leggeri.

“Lu fazzulettone” era una specie di soprabito, finemente decorato con greche colorate, serviva alle nostre nonne e bisnonne a coprire la povertà degli abiti, qualora dovessero uscire per qualche incombenza.
Anche per andare a messa la domenica si avvolgevano nel fazzulettone, uno scialle avvolgente e amplissimo.
Io conservo quello della mia adorata “nonna Rata” ve ne posto una foto, anche se è ben visibile l’affronto del tarlo!

6 thoughts on “Fazzulettu e mienzufazzulettu

  1. Come posso dimenticare la mia Vecchietta? il suo fazzulettone è ancora impresso nella mia mente e nei mie occhi. anche mia mamma ne possedeva uno ma, molto più piccolo di quello della nonna. la tua descrizione delle donne che si recano in chiesa per la santa messa è una cartolina bellissima di quei tempi. quasi rivivono e, le ricordo alle sei del mattino incamminarsi verso la chiesa madre dove don Pierino li accoglieva sempre calorosamente chiamandole nome per nome.

  2. Ti ricordo la fantastica espressione LU FAZZULETTU TI ‘NCAPU sulla quale si può imbastire un lungo discorso. Forse era quel fazzoletto riservato alle donne in chiesa?
    Comunque l’argomento ci richiama affettuosamente tutte le nostre nonne e zie che ne erano rigorosamente dotate.

  3. Giunta a San Giorgio in viaggio di nozze all’inizio del lontanissimo 1964 fui colpita dalle tante figure di vecchiette con veste fino ai piedi e scialle in testa (il fazzolettone appunto).Senza dire del gran numero di donne vestite di nero per un lutto famigliare. Il Concilio era ancora in corso e anch’io, come tutte le donne, in chiesa indossavo il velo per la durata della messa. Ma tutte quelle donne in nero e quegli abiti lunghi e austeri mi calarono in una realtà che mi fu assolutamente nuova.Devo dire che ne fui colpita e in un certo senso affascinata non immaginando che gli antichi costumi si fossero conservati con tanta cura e dignità. Poi tutto si è pianificato e oggi non ci restano che le vecchie foto in bianco e nero a testimoniare un decoro e una dignità di quelle donne orgogliose, alcune vedove di guerra con figli da crescere e come li hanno cresciuti. Quelle erano l’anello forte cara Anna e parlarne è un nostro dovere! Anna Maria

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