“Controra”, magica parola che sprigiona memorie
e fa rivivere i meriggi assolati della mia adolescenza
svanita come il volo di un concorde, di cui solo il rombo persiste;
memorie roventi che gli affanni quotidiani non disperdono.
Controra: “Si dorme, bambine!”
E l’enunciato materno a me suonava come una preghiera, noi con il respiro sospeso nella stanza,
fissavamo le imposte, rese incandescenti dal calore.
Controra, magica parola che ritorna, oggi come ieri, a parlarmi di tempi felici,
carichi di teneri ricordi che paiono carezze al mio cuore,oggi forse un po’ indurito.
Controra, magica parola.
Le fave da sbucciare e l’umile sonoro lavoro materno.
Le fave… potente ricordo che mi giunge,
frammisto a un sapore irripetibile.
Il desco serale arredato con i piatti di ceramica
della vicina Grottaglie, col galletto centrale
decorato a mano:
“Chi lo scopre per prima sarà più fortunata”
diceva mia madre per incitarci a mangiare,
quando tutti intingevano il pane nel piatto grande,
quel pane che sapeva di grano e di fortuna.
Controra, magica parola, e solari silenzi di allora,
frantumati dai carri che tornavano dai campi,
col contadino quasi sempre appisolato.
Il cavallo conosceva la strada… l’automobile no!
Controra, magica parola, e affioranti ricordi
di calzine corte e pudici rossori sulle guance innocenti:
“ le treccine oggi non le voglio fare” e già la donna faceva capolino.
Controra. “Si dorme bambine!” e noi a programmarci il futuro
scrivendo appunti su foglie di pannocchie,
custodite dentro il materasso.
“E’ pomeriggio bambini, vorrei che riposaste!”
Mi scopro a dire le cose di mia madre.
che bei ricordi hai trascritto. tutto perfetto ed elencato appassionatamente. ricordi quando, per non farci uscire in strada alla controra, ci impaurivano con la magica frase ” mò passa poprisacco “, il paese si azzittiva e sembrava quei villaggi da far west con qualche cane che girava all “controra”.
che cugina brava che ho.
sono orgoglioso di te.
Madòòòòòòòò, Mino che mi hai fatto ricordare!!!! Poprisacco!!!!! ahahahah! che meraviglia… sai questa è una poesia molto datata che però non ho mai pubblicato in quanto ritenuta da alcuni critici troppo “prosastica” e così l’ho sacrificata non inserendola mai in nessuna delle mie pubblicazioni!
Quando abitavamo in via Castriota “li scuri” della porta dove dormivo io diventavano rosse…. e quella immagine è indelebile nei miei ricordi…come li figghjazzi ti lu cranone intr’allu saccone ti la nonna Rata,
chi ha amato e ama la propria infanzia come pure chi ama la propria terra e origini non può no ricordare!!!
ricordo perfettamente tutto, e la nonna in particolare è sempre nel mio cuore. ricordo le sue storie raccontate intorno al braciere mentre filava la lana con il suo fuso (l’ho conservato e lo tengo tra i miei oggetti più cari).
ricordati anche di raccontare quando eravamo piccoli e la notte della befana aspettavamo che le pareti di casi si trasformavano in “ricotta”. tutti ad aspettare quell’attimo fuggente per calare il dito e assaporare. o ancora, sentire parlare gli animali.
credo fermamente che avrai anche una tua poesia su questo ricordo.
Lo farò, stanne certo Mino! non ho una poesia in merito ma una pagina a proposito delle pareti di ricotta l’ho scritta tempo fa, basta che la posti…ma a suo tempo!
Spero di poter dedicare a questo sito tutte le energie che ho di riserva..Scunnuti bueni bueni! GRAZIEEEE
intanto leggila qui!!
http://blog.libero.it/Ilsaporedelmare/10954262.html
bella. molto bella.
anna, ti ricordi di una figura che la nonna e anche le nostre madri chiamavano: (scusami per il mio dialetto scritto) “ciullo”?
era una figura come dire oggi ai bambini “il lupo nero”. io avevo un terrore tale che a volte mi rifiutavo anche di andare solo in cantina.
Mino, lo ricordo bene, eccome…andava a tutti i funerali e ai cortei nuziali e diceva sempre “fazza Ddiu” ho pubblicato una foto in uno di quei Volumi curati per l’Associazione Lino Agnini che lo ritrae nel corteo di un matrimonio, scalzo, come andava sempre…Però quei due libri te li sei persi!!!! ma se quest’estate ti fai vedere forse ne trovo uno, per te!
no cara mia. quei libri sono custoditi nella mia libreria qui a milano, proprio come se fossero il sancta sanctorum dei ricordi. guai a chi solo li sfiora.
comunque questa estate se proprio vuoi accontentarmi puoi sempre darmi questo libri delle ricette.
te ne ho tenuto una copia ma te la darò in cambio di una piccola offerta…conosci la sua finalità!
certo. è giusto che si così.
non vedo l’ora di essere giù e immergermi nel mio ambiente naturale: san giorgio!!!!