Una volta si faceva il pane in casa
e si portava al forno pubblico, anzi,
veniva una fornaia a prelevarlo,
adagiato su lunghe tavole infarinate
e coperto con coperte di lana.
Ai piccoli di casa la mamma (o la nonna)
soleva fare una bambola di pane detta
lu monicu.
In estate si utilizzava l’uva passita
raccolta pazientemente dalle donne
durante la vendemmia,
per confezionare un prelibato pane
cu lli passili o cu ll’alìe nere
Si mangiava tutti nei piatt’ riali, quelli fatti nella vicina Grottaglie, col galletto centrale decorato a mano.